MarvelIT presenta
# 39
MISSIONE STELLARE – 2°
parte
di Carmelo Mobilia
La
storia finora:
Dopo
gli eventi dell'attacco di Thanos alla Terra, lo S.W.O.R.D. ha organizzato delle
operazioni di rimpatrio per i prigionieri alieni. I Fantastici Quattro si sono
offerti di collaborare.
Il
loro compito è quello di scortare in sicurezza alcuni dei prigionieri più
pericolosi ai rispettivi pianeti madre. Per farlo, ogni membro del quartetto
sale a bordo di un astronave diversa, accompagnati da un agente dello SWORD e
un membro dei Nova Corps.
La missione spaziale ha così inizio!
Per i Fantastici Quattro i viaggi nello
spazio sono ormai una consuetudine; per loro è una normale azione di routine
come prendere un treno e spostarsi nella città vicina.
D'altronde è compiendo un viaggio del
genere che le loro vite sono state cambiate per sempre.
Tuttavia, anche per un viaggiatore
spaziale navigato come Reed Richards l'occasione di registrare e annotare un
numero così altro di nuove forme di vita aliene era un’occasione più unica che
rara.
<Interessante. Bisogna riconoscere che
Thanos non si è fatto mancare niente, quando ha assemblato il suo esercito>
notò Reed <Alcuni dei suoi soldati appartengono a razze che non conoscevo.
Il cosmo è davvero un luogo affascinante.>
Reed indossava un auricolare con microfono
e un visore sull'occhio destro, in modo da registrare tutto quello che vedeva e
sentiva, mentre digitava su un tablet sottile e trasparente.
Osservava ogni alieno tenuto nelle celle
di contenimento e ne registrava provenienza e caratteristiche.
Ad accompagnarlo nella sua catalogazione
c’erano il Vendicatore (e principe di Titano) Starfox e Registratore, il robot
rigeliano.
<La sua voglia di conoscere e imparare
non conosce limiti, dottor Richards. Devo riconoscere che sono molto
colpito.>
<Ti prego Starfox, chiamami Reed. Ci
conosciamo da tanto tempo e ne abbiamo viste di ogni insieme. Non c'è bisogno
di essere così formali.>
<D'accordo Reed. A patto che tu mi
chiami Eros. Starfox è il nome in codice terreste, qui non serve.>
<Come vuoi. Vedi, sto aggiornando il mo
database sulle categorie aliene per il futuro; non si può mai sapere quando
qualcuno di loro verrà in contatto nuovamente con la Terra. In quel caso saremo
pronti per loro, sia in caso di attacco ostile, sia per poter fornire loro
eventuale aiuto.>
<Mi pare molto utile. Quand'ero nei
Vendicatori, Capitan America diceva qualcosa a proposito del conoscere il
proprio nemico, ma devo ammettere di non averlo ascoltato con molta
attenzione.>
<Certamente citava Sun Tzu, l'arte della guerra. "Conosci il nemico, conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie" > rispose Reed, senza distogliere lo sguardo ai prigionieri.
<Proprio quello.> rispose Starfox.
Ma, sebbene ci fosse anche un’utilità strategica,
questa era di secondaria importanza per Reed.
La sua era pura e semplice voglia di
conoscere altre forme di vita, in una insaziabile sete di conoscenza
scientifica.
Ad un certo punto però qualcosa attirò la
sua attenzione, lasciandolo basito, come se avesse visto qualcosa che non
dovesse esistere.
<TU! Impossibile! Tu... dovresti essere
morto!> esclamò.
A bordo di un'altra astronave.
Essere una madre significa che una parte
della tua mente non ti appartiene più: essa è perennemente legata ai tuoi
figli, a dove si trovano e a come stanno.
Tutte le madri del mondo lo sanno, specie
quando sono lontani.
Ma nessuna madre è mai stata lontana dai
propri figli quando Sue Storm: trovarsi in un altro sistema solare, ad anni
luce di distanza, non le impediva, nei momenti morti, di pensare a Franklin e
Valeria, a come stavano, a cosa stessero facendo in quel momento.
Sospirava di nostalgia, non vedendo l'ora
di terminare la missione per poter tornare da loro.
Il suo rimuginare su interrotto da alcune
grida.
<LASCIATEMI
ANDARE! LASCIATEMI!> urlava qualcuno.
Susan corse in direzione delle urla.
<Che
sta succedendo?> chiese.
<Oh, non si preoccupi, mrs. Richards;
normale amministrazione, quando si trasportano prigionieri.> le rispose
l'agente dello S.W.O.R.D. Liu Xiang <Hanno portato il rancio alla
“iena”.>
Susan vide una ragazza in manette agitarsi
e urlare, mentre due agenti la tenevano ferma e il Ranger Nova che era stato
assegnato alla loro unità, Malik Tarcel, la stava rimproverando.
<Se ogni volta che ti portiamo il pasto
devi fare così, ti faremo digiunare finchè non saremo arrivati a
destinazione!> esclamò il Nova.
<Vai all'inferno te e tutto l'impero
Shi'ar, Malik! Io non ci torno lì, mi hai capito? NON CI TORNO!>
<Invece si, Nem'Hara, e affronterai le
conseguenze dei tuoi atti criminali.> disse l'uomo, con tono severo. La
ragazza venne rimesse in cella, gridando e scalciando. Era aggressiva,
selvaggia, ma a Susan non sfuggì una nota di paura nella sua voce.
<Chi è?> domandò Susan al Nova.
<Si chiama Nem'Hara. E' una fuggiasca
dell'impero Shi'ar divenuta una fuorilegge. E' ricercata per diversi reati, tra
cui l'omicidio. Non sono sorpreso di averla trovata tra gli accoliti di Thanos.>
<Quella ragazza?> chiese stupefatta.
<Non si lasci ingannare, mrs. Richards.
Quella donna sarebbe in grado di squarciarle la gola senza remore.>
Susan la fissò. Assomigliava molto a quel
membro dei Vendicatori, Deathcry.
Per gli standard terrestri non poteva
avere più di sedici anni.
Come poteva una ragazza così giovane
essere tanto feroce come sostenevano? Continuava a chiedersi Susan.
Quando tutti se ne andarono, Susan usò i
suoi poteri per rendersi invisibile e avvicinarsi alla sua cella, per
osservarla con maggiore attenzione.
Notò come, lontano da sguardi indiscreti,
la ragazza smise di essere arrabbiata e furiosa, e cominciò a singhiozzare e a
piangere.
Non pareva assolutamente una “iena” come
l'avevano definita.
No; Susan notò quello che nessuno sembrava
volesse vedere, che dietro quell'atteggiamento aggressivo e ostile c'era una
ragazza spaventata.
Su un'altra astronave ancora.
<YAAAAWN!> sbadigliò
rumorosamente Ben Grimm.
Per un uomo d'azione come lui, il dover
scortare dei prigionieri era una cosa decisamente noiosa.
<Dì, come passate il tempo qui? Dubito
che abbiate un canale sportivo per cui, che so... non giocate a carte o
qualcosa di simile?>
<Siamo in missione, Bengrimm. Non è una
gita> le rispose Samaya.
Era un Ranger Nova centuriana, una donna
molto ligia al dovere.
<Aw rilassa la pinna ragazza, mostrami
un po' di comprensione: non posso fumare, non c'ho niente da fare e mi sto
annoiando... dammi un po' di tregua.>
<Venga mister Grimm, è ora di dare i
pasti ai prigionieri. Può venire con me, se vuole.> gli disse l'agente dello
SWORD Valentina Jascìn.
<Meglio che stare a girarmi i pollici.
Dai, fai strada.>
Il rancio consisteva in una specie di
zuppa grigiastra.
<Che è sta poltiglia? Pare
omogenizzati.>
<Sono vitamine, proteine, aminoacidi e
sali minerali concentrati. A quasi tutte le forme di vita basate sul carbonio
non serve altro.>
<Dio, pure noi dovremmo sorbirci 'sta
sbobba?>
L'agente sorrise.
<Non ci sono Mc Donald's dopo la via lattea.>
<Spiritosa. Sai qual è l'unica cosa
buona di questo viaggio? Il poter incontrare gente che è più brutta di me.
Guarda questo che roba...> esclamò, consegnando la razione di cibo ad un
alieno insettoide.
Ogni prigioniero imprecava e malediva il
proprio carceriere, come c'era da aspettarsi.
Insulti, minacce e bestemmie erano di
prassi, durante questo tipo di operazione.
Per questo motivo Ben rimase
particolarmente stupito da un prigioniero: quando arrivò il suo turno ringraziò
educatamente e gli fece anche un sorriso.
Prese la razione e prima di consumarla si
mise a pregare; Ben non capiva le parole della lingua aliena ovviamente, ma
l'atteggiamento era lo stesso che aveva visto fare fin da ragazzo ai rabbini
nella sinagoga.
<Ehi Samaya> chiamò Ben <Sei certa
che non abbiamo fatto un errore? Quello è uno dei vostri, non è vero?>
disse, accennando alla pinna tipica dei centuriani.
<Nessun errore, Bengrimm. Quel pirata
dello spazio è ricercato in diversi settori stellari, ed ha una grossa taglia
sulla sua testa. Forse nel tuo sistema solare non è noto, ma altrove il nome di
Hendaar incute ancora timore. Io stesso sono cresciuta terrorizzata dai
racconti dei suoi saccheggi. E' in cima alla lista dei ricercati di Alpha
Centauri.>
<Quel tipo lì? Ne sei certa> disse
Ben.
<Più che certa. Sta’ tranquillo,
Bengrimm, e lasciaci fare il nostro lavoro.> rispose Samaya.
Ma Ben non riusciva a capacitarsene.
Sulla quarta astronave.
Infiammando il suo dito indice, Johnny
Storm disegnò con le fiamme un cuore, poi allo stesso modo creò una freccia che
lo attraversava.
L'immagine di fuoco era rivolta all'agente dello SWORD Simona Battaglia [note]
<“That's amore” > le disse.
<Non mi pare il caso> rispose lei.
<Oh e perchè mai? Guarda lì fuori...
non lo trovi romantico?> disse lui, mostrando le stelle della galassia che
si vedevano dall'oblò.
<Siamo in missione.> ribadì la
ragazza.
<Oh andiamo... lasciamoci un po'
andare, no? Sei italiana, giusto? La patria del romanticismo... Venezia, la
città di Romeo e Giulietta, amore e tragedia... > disse lui, atteggiandosi.
<Verona è la città di Romeo e
Giulietta. Venezia è quella di Otello.> lo corresse lei.
<Sei sicura?>
<Più che sicura.>
<Wow, bella e colta. Dì, come ha fatto
una pupa così carina e intelligente come te a finire quassù?>
<Mi sono diplomata all'accademia
S.H.I.E.L.D. di Roma e poi ho fatto domanda per essere assegnata alla divisione
S.W.O.R.D.. Da piccola volevo fare l'astronauta...>
<Io il pilota in Formula 1, eppure la
vita ci ha portato qui, nello stesso momento. Non è strano?>
<Non perdi mai l'occasione, vero?>
<Colgo l'attimo, bella mia. Ogni
lasciata è persa. Siamo qui fermi nello spazio e cerco di rendere piacevole
ogni minuto di quella che, altrimenti, sarebbe la missione più noioooosa a cui
ho preso parte da tanto tempo a questa parte.>
<Forse dovresti prendere il tuo
incarico più seriamente, Johnny Storm.> lo riprese una voce.
A parlare era stata la Ranger Nova Ko-Rel,
appartenente all'impero Kree.
<Andiamo... siamo fermi su questa
bagnarola ormai da... non so quanto tempo. Dobbiamo pur far passare il tempo
no? Stavo solo socializzando. Dovresti farlo anche tu.>
<Stiamo aspettando un ospite
importante.> rispose lei, rigida come sempre.
<Un autostoppista qui, nello spazio
siderale? E chi diavolo può essere mai?> chiese lui, incuriosito.
<Toh guarda... sta arrivando proprio
adesso. Come se ti avesse sentito. Neanche a farlo apposta.> notò Simona.
Ko-Rel andò incontro all'ospite. Dal portellone
entrò una figura calva, vestita di verde, con un mantello giallo.
<Ehi ehi ehi... fermi tutti! Io ti
conosco! Tu sei la Visione della II guerra mondiale!> esclamò Johnny.
<Aarkus.> si presentò lui.
Ko-Rel lo ricevette, mentre lui gli
presentava il suo rapporto.
<Davvero lo conosci?> chiese Simona
a Johnny, un po' stupita.
<Certamente! Perchè ti stupisci? La
gente pensa che io sia interessato esclusivamente alle ragazze, alle auto
veloci e alle ragazze ma, seppur con grande distacco, nutro un grande interesse
per gli eroi vintage come lui.>
<Seriamente?>
<Dico ma... sapete qual è il mio nome
in codice e da dove l'ho preso, no? Parlo seriamente, era il mio hobby
documentarmi sui supereroi della guerra. Ero convinto che fosse morto o che so
io... come mai è qui?>
<Da quando è stato esiliato dal suo
pianeta natale, Aarkus collabora con lo SWORD.> le rivelò lei.
<E pure con i Nova, parrebbe, visto i salamelecchi
che Ko-Rel gli sta facendo.>
<Sul suo mondo era un poliziotto. E'
normale per lui familiarizzare coi Nova.>
Johnny gli andò incontro.
<Salve Aarkus. Sono Johnny Storm, la
Torcia Umana. Senti, visto che su questa bagnarola non c'è molto da fare, mi
permetti di farti un paio di domande?>
<Se saprò rispondere, sarò lieto di
farlo.>
<Ottimo, dai, cerchiamo un posto
appartato dove chiacchierare...> disse Johnny, portandolo con se.
Ko-Rel rimase con Simona.
<Almeno così smetterà
d'importunarti.> le fece notare la kree.
Sull'astronave di Reed.
<Tu... dovresti essere morto.>
ribadì Reed.
Il Registratore rigeliano gli si avvicinò:
<Osservazione: identità del soggetto: Kruun, powerlord di
Breakworld. Risulta sulla lista dei deceduti quando Galactus ha divorato il suo
pianeta.>
<A me pare stia benissimo. Mi ricordo
di lui... mio padre Mentore chiuse ogni rapporto commerciale con Breakworld a
causa delle sue barbarie. Un sanguinario come lui andava a genio a mio fratello
Thanos.>
<Osservazione: stando al rapporto fornitoci dai terresti, è stato fermato dalle forze congiunte di colui che chiamate Capitan Bretagna e alcuni supereroi europei. Dicono sia stato l'ultimo degli alieni a deporre le armi.>
<Ho avuto contatti coi sopravvissuti di
Breakworld.* Insieme siamo riusciti a far rinascere il loro mondo. Ma mi
avevano assicurato che fosse morto per mano dell'araldo di Galactus, Stardust.
Poche forme di vita nell'universo possono sopravvivere ad uno scontro diretto
contro un possessore dei potere cosmico. Come hai fatto a sopravvivere?>
*
= nel numero 29
Kruun grugnì come un animale.
<Avevo combattuto con tutte le mie forze
contro quell'essere, ma avevo perso. La sua alabarda mi aveva tagliato in due.
Ma pochi istanti dopo, mentre sentivo la vita che mi abbandonava, Stardust ci
ha ripensato. Ha usato il suo potere cosmico per ripristinare le mie ferite. “Un
guerriero del tuo valore non merita di morire così; diffondi il verbo di
Galactus nel cosmo”, mi disse. Infuso del suo potere, sono riuscito a sopravvivere nel vuoto siderale, mentre il mio pianeta
veniva divorato da Galactus.>
<E come sei finito a fare il galoppino
per mio fratello?> chiese Eros, sprezzante.
<A quello posso rispondere io.>
disse il Ranger Nova Ramot-Te, un umanoide con l'aspetto di un volatile, con
tanto di becco. [vedi note]
<Kruun ha vagato come mercenario per un
diverso tempo, prima di venire a conoscenza della rinascita del proprio mondo.
Ma una volta tornato lì, ha trovato le cose ben diverse da come l'aveva
lasciato: Breakworld non era più una dittatura ove vigeva la regola del più
forte. Sul pianeta rinato adesso era stata fondata una democrazia e i metodi
sanguinari di Kruun non erano più ben accetti. Fu respinto ed esiliato. Da
allora ha ripreso a vagare come mercenario, mettendo la sua forza al servizio
di chi fosse disposto a pagare, per poi unirsi spontaneamente alle forze di
Thanos.>
<Così t'hanno dato il benservito, su
Breakworld? Buon per loro.> aggiunse Eros.
<Sul mio pianeta ero il powerlord!
Detenevo il potere assoluto! Adesso non più! Tu non li hai aiutati solamente a
rigenerare il nostro pianeta, Reed Richards, hai contributo ad affossare la
nostra cultura e ha creare quell'assurda società guidata da deboli come
Eron!>
<Sono lieto di scoprirlo. Eron è un
uomo saggio e pacifico. Breakworld merita un po' di pace, dopo secoli di
barbarie. Avresti potuto fare parte di quella società, se fossi convertito,
abbandonando ogni pretesa al trono e la sua sete di sangue.> rispose Reed.
<Rinunciando ad essere un guerriero?
Rinunciando ad essere me stesso? Io ho dato la mia vita per quegli ingrati, e
loro mi hanno cacciato!>
<E' stata una tua scelta non adeguarti
al loro nuovo stile di vita. Credevi davvero che avrebbero rinunciato
spontaneamente alla loro nuova libertà per tornare alla schiavitù a cui li
avresti sottomessi?> ribadì Reed.
<Non è stato Galactus a distruggere il
mio mondo... sei stato tu, Reed Richard! TU! E te la farò pagare prima o
poi...> ringhiò minaccioso.
Astronave di Susan.
Arrivati nell'impero Shi'Ar, gli agenti
dello S.W.OR.D. tirarono fuori dalla sua cella Nem'Hara.
<LASCIATEMI! LASCIATEMI ANDARE,
MALEDETTI!> continuava a ripetere ininterrottamente.
Si agitava e lottava con tutte le sue
forze, nonostante le manette che le impedivano di usare le mani. Malik Tarcel
la prese in custodia.
<E' giunto il momento, Nem'Hara. Non
rendere tutto più difficile.> le disse.
La ragazza continuava il suo teatrino
fatto di grida, minacce e insulti.
La nave attraccò nello spazioporto Shi'Ar.
Alcune guardie reali vennero a prendere la prigioniera.
<Nem'Hara Shanty, sei di nuovo sotto la
giurisdizione nell'impero kree.> disse una delle guardie.
L'atteggiamento della giovane criminale
cambiò drasticamente, da furiosa e aggressiva scoppiò in un pianto isterico
pieno di terrore.
<Vi prego... vi scongiuro, lasciatemi
andare... vi prego, aiutatemi... qualcuno mi aiuti...>
Susan sentì una fitta al petto.
<Un momento!> disse la donna, certa
di venire compresa, grazie al traduttore universale fornitole dal geniale
marito <Secondo gli accordi intergalattici presi con la S.W.O.R.D. e il
corpo dei Nova, dobbiamo avere delle garanzie che i diritti della prigioniera
non vengano violati.>
<Non avverrà alcun sopruso, glielo
garantisco.> le rispose uno dei soldati <Per decreto reale, noi...>
<Ne sono sicura> interruppe
Susan< Ma capirà che dobbiamo accertarcene di persona. Non sarebbe proprio
professionale fidarsi della parola di uno sconosciuto, dico bene?>
L'allusione irritò la guardia.
<Come desidera. Venite pure...>
L'agente Xiang e Malik Tarcel rimasero
perplessi.
<Mrs. Richards, conosco le guardie
Shi'Ar e il nostro sistema carcerario. Sia come membro dell'impero che come Ranger
Nova, io sono più che certo che...>
<Come ho già detto, Nova Tarcel,
intendo accertarmene di persona.> tagliò corto Susan.
<Abbiamo una missione da portare a
termine, signora, e decine di altri prigionieri da scortare su altri pianeti.
Se...>
<Ne sono consapevole, agente Xiang, e
io sto portando a termine il compito che spetta a noi dei Fantastici Quattro in
questa sua missione. E i suoi ordini sono quelli di non partire senza di
me.>
<Sissignora.> obbedì il cinese.
Susan e Malik Tarcel scortarono le guardie
Shi'Ar per tutto il tragitto.
Sue non potè non notare quella ragazza
tremare e piangere.
Ogni spavalderia, ogni accenno di crudeltà
in lei era sparita. “Possibile che nessuno si accorga che questa è solo una
ragazzina terrorizzata?” si trovò a pensare.
Seguirono tutto il protocollo del caso e,
visto la loro presenza, una giuria si affrettò a radunarsi per presentare il
processo della prigioniera.
Erano presenti anche la regina Lilandra
Neramani e la guardia del corpo, il Gladiatore.
Un giudice iniziò a parlare.
<Nem'Hara Shanty, sei accusata dei
seguenti crimini: tradimento dei propri voti religiosi, violazione del tempio
di Sharra e K'ythri, aggregazione a società di stampo terroristico, sabotaggio,
omicidio. Ti sei resa artefice di atti criminosi che hanno portato vergogna
all'impero. Per tutti i capi d'accusa sei dichiarata colpevole. La pena che ti
è stata inflitta è la morte.>
<NO! PIETA' VI PREGO!> iniziò a
gridare la ragazza.
<Vogliono giustiziarla?> chiese
Susan, incredula.
<Temo di sì. Nem'Hara era una vergine
che si era consacrata al tempio di Sharra e K'Ythri. Per la nostra cultura
venir quei giuramenti per poi darsi al crimine interstellare è una violazione
imperdonabile.>
<Si, se dovessi farle un parallelismo
con la cultura terrestre, provi a immaginare se una donna islamica lasciasse la
propria moschea per unirsi all'IRA.> aggiunse l'agente Xiang <E pure così
rende solo vagamente l'idea del sacrilegio compiuto qui da loro.>
Nel vedere le guardie avvicinarsi a lei
Nem'Hara scoppio in un pianto a dirotto.
Fu una scena straziante.
Appena il soldato Shi'Ar provò ad
afferrarle un braccio, però, qualcosa gli impedì di toccare la ragazza.
<Non capisco. Non riesco a prenderla...
qualcosa di invisibile mi impedisce di farlo.>
Susan avanzò verso il centro della stanza,
sul punto dove si trovata l'imputata.
Le guardie la intimarono di allontanarsi,
ma senza nemmeno considerale, Sue li respinse con un campo di forza.
<Mi chiamo Susan Richards e vengo dalla
Terra.> disse, rivolta alla Majestrix Lilandra.
<Sappiamo chi sei, Susan Richards. Qui
non hai alcuna autorità. Stai violando la nostra legge. Ancora un passo e
dovremo ritenerti un soggetto ostile.> la intimò il Gladiatore.
<Regina Lilandra,
so che noi due non ci conosciamo, ma sono amica degli X Men e di Charles
Xavier. Loro mi hanno parlato in termini lusinghieri di te. Ti prego, so che
questa ragazza ha compiuto atti che secondo la vostra cultura sono molto gravi,
ma si tratta comunque di una giovane. Io ritengo che ci sia la possibilità che
possa capire ciò che ha fatto e possa fare ammenda. Anche
per i vostri standard, è evidente che è poco più di una bambina, forse
plagiata. Ti chiedo di risparmiarla!>
<BASTA COSÌ, E' UN OLTRAGGIO!> gridò
il Gladiatore. Lilandra gli fece cenno di tacere.
<Susan Richards, capisco la tua premura
verso una giovane, e ti fa onore. Ma la nostra legge parla chiaro, e lei, e per
quanto giovane era sufficientemente grande da sapere a cosa andava incontro
venendo meno ai suoi giuramenti. Apprezzo ogni buona parola spesa per me dagli
X Men, ma la legge del mio popolo ha la precedenza su qualsiasi legame
affettivo che posso provare verso la tua gente. Mi dispiace, ma è deciso.>
disse la regina.
Le guardie tornarono a farsi avanti verso
le due donne.
Nem'Hara si nascose dietro le spalle di
Susan, stingendola forte.
Ma Susan aveva ancora una carta da
giocare.
Qualcosa che aveva imparato da Jean Grey.
<Regina Lilandra! Nem'Hara Arin'Nn
Haelear!> gridò Susan.
Nella sala cadde il silenzio. Nessuno si
aspettava una cosa simile.
Anche Malik Tarcel rimase in silenzio.
Nessuno poteva rifiutare un Arin'Nn
Haelear.
<Per la vita di Nem'Hara ti sfido ad un
duello d'onore!> disse Susan, determinata più che mai.
A bordo dell'astronave di Ben.
La curiosità continuava a insinuarsi nella
mente di Ben Grimm.
C'era una domanda che lo tormentava
continuamente: come poteva un uomo dall'aria così pacifica essere uno spietato
pirata dello spazio?
Stando a Samaya, non si trattava di un
errore d'identità … e allora?
Non riusciva a capacitarsi di questa cosa.
Non riusciva a trovare una spiegazione plausibile che lo soddisfacesse. Era
evidente che quell'uomo era totalmente diverso da tutti i criminali presenti a
bordo.
Alla fine optò per l'unica soluzione
possibile per poter svelare quel mistero: andare a parlare direttamente col
prigioniero.
<Agente Jascìn.> chiamò Ben.
<Mi dica.>
<Vorrei avere la possibilità di
interrogare un prigioniero. Può aprirmi la sua cella?>
<Non c'è nulla che lo vieti, a patto
che rimanga con le manette. Di chi si tratta?>
<Del centuriano a cui abbiamo servito la
cena. Hendaar.>
L'agente scortò Ben dove si trovava il
prigioniero. Aprì per lui la cella di contenimento, abbassando il campo di
forza e permettendo alla Cosa di entrare e sedersi davanti a lui.
<Salve. Disturbo?>
<Cosa posso fare per voi?> chiese
Hendaar.
<Qui sopra non ho nulla da fare e mi
sto rompendo le scatole. Pensavo di fare quattro chiacchiere con te per far
passare il tempo.>
<Di cosa vuoi parlare?>
<C'è un tarlo che continua a picchiarmi
nella testa: tu sei completamente diverso da tutti i balordi che ci sono a
bordo. So riconoscere la gente a cui piace menare le mani, che sono alla
ricerca di qualcuno che gli dia una lezione, e tu non sei così. Lo percepisco
chiaramente. Eppure mi dicono che la lista dei tuoi reati è lunga quanto il mio
braccio. Ti dispiacerebbe dirmi come cacchio è possibile?>
Il centuriano prese a parla con molta
calma.
<Come ti chiami?> chiese per prima
cosa.
<Benjamin.
Chiamami Ben.>
<Ho bisogno di chiederti una cosa, Ben:
tu hai una fede?>
<Si.>
<Allora non ti sarà difficile capirlo:
ho avuto una conversione. Sono stato toccato dagli dei che mi hanno dato la
possibilità di redimere i miei numerosi peccati.>
<Confermi allora di essere il pirata
che tutti dicono?>
<Oh altrochè. Confermo ogni accusa nei
miei confronti. E' assolutamente fondata. Ero il peggiore dei peccatori, una
creatura vile che usava la violenza sui più deboli per soddisfare i propri
bisogni. Se volevo qualcosa, me la prendevo... con le pistole, coi coltelli,
con qualsiasi cosa. Ero un uomo molto diverso da quello che sono oggi.>
<Se è così, come sei finito a fare
danni sul mio pianeta agli ordini di una canaglia come Thanos?>
<Le circostanze non mi sono state
propizie, Ben. Ma per spiegarti come sono arrivato qui, devo necessariamente
narrarti di alcuni eventi avvenuti prima.>
<Sono tutto orecchi.>
<Come ti dicevo, conducevo una vita
dedicata ai saccheggi e alla violenza. Il mio nome era il più temuto nel mio
sistema stellare. Guidavo una squadra di tagliagole e mercenari. Avevamo una
pessima reputazione, e ce la meritavamo tutta... finchè un giorno avvenne
qualcosa che mi cambiò per sempre. Partecipammo all'assedio di una città.
Quando finalmente riuscimmo a superare le linee di difesa, saccheggiammo la città
per giorni. Io avevo tolto diverse vite fino a quel giorno, ma mai in quel
modo... donne, bambini e vecchi indifesi cadevano come mosche, sotto i colpi ei
miei fratelli. Era una cosa ben diversa dall'uccidere soldati o i nemici che a
loro volta volevano uccidermi. Non era una battaglia, Ben, era una massacro,
una mattanza. Io... non potevo credere a quello che stavamo facendo. Fuggì
lasciandomi alle spalle quell'incubo, ma le terribili immagini di quel giorno
continuavano ad accompagnarmi. Non riuscivo a dimenticarle... ero deciso a
farla finita, quando un giorno venni trovato da un Raastor.>
<Cos'è un Raastor?>
<Non so se la cultura del tuo mondo ha
una figura simile, ma è un uomo che ha dedicato la vita al bene altrui e alla
divulgazione della parola degli dei. Un illuminato, un asceta.>
<Una specie di sacerdote, direi...>
<Immagino si possa dire così.
Quell'uomo mi aprì la mente, e mi convinse che fuggire dalle mie responsabilità
in quel modo era un atto da vigliacchi. Se volevo fare ammenda doveva trascorrere
il resto della mia vita a fare del bene verso il prossimo. Ogni mio respiro
doveva essere volto al rendere lieta l'esistenza di un altro essere. Solo così
avrei trovato la pace che cercavo.>
<Così ti sei convertito?>
<Totalmente. Presi sotto la mia ala un
villaggio di profughi per nulla diverso da quello che anni prima avevo
contributo a radere la suolo. Divenni il pastore di quella gente. La nostra
comunità cresceva di giorno in giorno, la vita cresceva a prosperava lì dove un
tempo c'erano solo morte e disperazione. Sono stati i giorni più felici della
mia vita.>
<Cos'è successo, dopo?>
<Incredibilmente, i miei vecchi
complici mi trovarono. Come hanno fatto, ancora non lo so. Mi dissero di Thanos
e dell'esercito che stava mettendo su. Dissero che con Hendaar lo spietato la
loro posizione tra le fila sarebbe aumentata di prestigio. Io rifiutai,
chiaramente... e allora loro minacciarono il mio villaggio. Mi dissero che se
rifiutavo di unirmi a loro, sarebbero tornati e se la sarebbero presa con loro.
E' gente pacifica, non in grado di difendersi... non potevo rifiutarmi... e
così eccomi qui. Ma non ho alcun rimpianto, Ben: da anni ormai ho accettato che
prima o poi avrei dovuto pagare per i miei peccati passati. Sono in pace con me
stesso. Ho solo un unico rimpianto: non poter rivedere la mia gente per un
ultima volta. Prego per loro tutte le notti. Vorrei poterli salutare, prima di
pagare il giusto prezzo per il mio passato.>
I grandi occhi azzurri della Cosa
iniziarono a luccicare. Il racconto di Hendaar aveva commosso sia Ben che
l'agente Jascìn.
A bordo dell'astronave che trasporta la
Torcia Umana.
<Capisci, nessuno l'aveva riconosciuto!
Erano convinti che fosse morto, o tornato ad Atlantide... ma io sapevo che era
lui! Così con la mia fiamma gli ho accorciato barba e capelli e l'ho gettato in
mare e... TA-DAN! Il ritorno di Sub Mariner! Certo, Namor all'epoca
aveva qualche rotella fuori posto, e ha causato parecchi problemi a me e alla
mia squadra... ma ora direi che le cose gli vanno bene.>
<E' un racconto davvero interessante,
Johnny.>
<Modestamente. Vedi, Aarkus, il tuo
problema è che sei rimasto fuori dal giro per molto tempo... e adesso c'è un
altro che va in giro col tuo nome, un tipo a posto, ma che
come popolarità ti ha soppiantato. Però tu adesso conosci me: basterà che ci
facciamo qualche selfie insieme, che lo condivida su Twitter, Facebook e
Instagram e vedrai che, grazie ai miei milioni di followers, sarai di nuovo
popolare! La Torcia Umana e la Visione originale... proprio come negli anni 40!
Il vintage va forte, oggigiorno! E' tutto un ripescare dal classico, credi a
me.>
<Ti ringrazio per la premura, ma temo
debba rifiutare.> rispose Aarkus <Non sono interessato alla celebrità, né
a tornare permanentemente sulla Terra. Da quando sono stato bandito dal mio
mondo, ho trovato nello S.W.O.R.D. La mia giusta dimensione. Mi reputo ancora
un poliziotto, e spesso do la caccia ad alieni potenzialmente ostili per conto
loro. E mi trovo bene, in questo ruolo.>
<E' un vero peccato sentirti dire
così> disse la Torcia <Ma devo ammettere che … ehi, ma chi cacchio è
quella??> si domandò poi.
<Che succede?>
<Quello schermo funziona?>
<Si; riprende il corridoio che porta
alla cabina di comando.> rispose Aarkus.
<E come diavolo fa Simona ad essere lì
e allo stesso tempo dietro di te?> Johnny indicò alle spalle dell'alieno, ed
effettivamente l'agente Battaglia stava discutendo con un altro agente poco
distante da loro. Johnny non le aveva staccato gli occhi di dosso per tutto il
tempo della discussione.
<Sta succedendo qualcosa, me lo sento.
Coi Fantastici Quattro io....>
All'improvviso, senza preavviso, delle
porte blindate scattarono, chiudendo il passaggio. Un allarme si mise a
riecheggiare nei corridoi dell'astronave.
<E' un dirottamento!> urlò Simona
Battaglia.
CONTINUA!
LE NOTE
Un episodio
più lungo del previsto, dove presentiamo i personaggi e non c'è stata azione…
ma non temete, già nel prossimo episodio sarà “tempo di distruzione” per i
nostri eroi.
Vi ricordo che
l'operazione di rimpatrio a cui stanno partecipando i nostri eroi si svolge
dopo gli eventi di Vendicatori MiT 99 / 100.
Sui vari
elementi del cast mi dilungherò nelle note dei prossimi episodi, per quanto
riguarda quanto avete appena letto vi basti sapere che:
–
Tutti i
prigionieri della storia sono una mia invenzione, tranne Kruun, inventato da
Josh Whedon su Astonishinig X Men vol. 3 # 19. Di lui vi parlerò
prossimamente, vi basti sapere che si trova qui dopo gli eventi del numero 29,
scritto da Mr. T e Andrea Garagiola.
–
Tutti gli
agenti dello S.W.O.R.D. presenti nella storia sono di mia invenzione, tranne
l'agente Simona Battaglia: lei è un personaggio Marvel creato da J.M. DeMatteis
e Val Semeikis su Web of Spider Man vol. 2 # 8. Era la figlia di un
ricco magnate italiano, è stata brevemente fidanzata con Ben Reilly quando
insegnava inglese a Roma. Io ne ho fatto un agente dello SWORD.
– Tutti i membri del Nova Corps apparsi sono personaggi MUSA, tranne uno: Ramot Te è un mio omaggio a Tomar Re della DC Comics, forse la più celebre Lanterna Verde non terreste.
–
Aarkus, la
Visione della II guerra mondiale, è un eroe Golden Age creato da Joe Simon e
Jack Kirby per l'allora Timely Comics.